Storie di vita a Strabatenza – Dialogo tra un mulattiere e una maestra –

Strabatenza

Dialoghi intorno a Strabatenza è un contenitore di itinerari e storie pensato per raccontare com’era la vita a Strabatenza , nel cuore del Parco delle Foreste Casentinesi e per condividere l’esperienza di mia nonna quando nel dopoguerra lavorò come maestra nella scuolina del borgo.


MulattiereTenga la coperta, il sole sta calando e fra poco saremo sul crinale dove gli alberi non ci proteggeranno più dal vento
MaestraGrazie, sono talmente stanca che non faccio neanche più caso al freddo. Sono passate ore da quando siam partiti da San Piero, la mulattiera sembra non terminare mai
MulattiereL’asino fa quello che può ma non tarderemo molto ad arrivara a Strabatenza, Don Danilo ci sta aspettando
MaestraChissà cosa mi attende. Chissà come saranno i miei scolari – 
Mulattiere –  Vedrà, saranno bravi e affettuosi. Guardi lassù, si vede Casanova. Anche lì c’è una scuola. Ma bisogna stare attenti, è’zona di lupi quella, il mio Lirio lo sa bene (dicendolo, si volta verso l’asino) – 
Maestra Chissà quali imprevisti dovrò affrontare, chissà se la mia stanza sarà abbastanza accogliente –
Mulattiere L’ho vista la sua stanza, si trova proprio di fianco all’aula dove farà lezione, ancora non abbiamo costruito la Scuola e lei vivrà e insegnerà a Casa Zuccherelli. Se non ricordo male, nella sua stanza troverà un letto, un armadio, un tavolo,un comodino e una finestra. Ora che ci penso bene però…no, non importa. –
MaestraLa prego, non mi faccia preoccupare. Già sono triste e depressa per la lontananza da casa –
MulattiereC’era un problema alla finestra, ma sapendo del suo arrivo avranno fatto di tutto per risolverlo

Appena scesa la notte i due arrivarono nel piccolo borgo di Strabatenza; subito trovarono il parroco che accompagnò la Maestra alla sua stanza . La Maestra, con la vista annebbiata dalla stanchezza entrò; c’era un letto, un armadio, un tavolo, un comodino e una finestra. Faceva freddo ma visto il posto, pensò che era normale.

Subito cercò conforto appoggiandosi al comodino che pieno di tarli si ruppe facendo un gran fracasso.
Stanca com’era, non diede troppo peso all’accaduto e un attimo dopo era già stesa nel letto coperta fino alla cima della fronte. Dormì un sonno profondo e il mattino si svegliò riposata ma un po’ infreddolita.

La vista non era più annebbiata, vide il comodino vicino al letto, era tarlato e senza più una gamba. “Non era stato un sogno” disse tra sè e sè sorridendo.
Si avvicinò alla finestra per guardare fuori, davanti c’era la chiesa , tutto intorno le montagne. Fu in quel momento che capì cosa intendeva il Mulattiere e il motivo di tanto freddo durante la notte. Alla finestra mancava un vetro.

Fu sistemata il giorno stesso.

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